l segretario provinciale Cicala in un’intervista al Quotidiano di Sicilia indica la strada per lo sviluppo del territorio trapanese: “Occorre scommettere sul futuro, le aziende ci sono e faranno la loro parte”
TRAPANI – La crisi c’è, picchia duro e senza esclusione di colpi. E in un territorio in difficoltà, come quello trapanese, si fa sentire ancora di più. Non a caso la Cisl ha suonato l’allarme con il suo segretario provinciale Leonardo La Piana: “La povertà, anche a Trapani, aumenta a causa dei costi troppo alti per le tasche delle famiglie, e allora siamo dell’idea che tutte le istituzioni locali debbano chiedere di più al governo, come interventi immediati e più concreti contro il caro prezzi, che incidano realmente e a lungo termine sul disagio sociale ed economico vissuto nelle nostre città e ancor più nelle periferie”.
Ed ancora: “La tensione sociale aumenta. Le famiglie, i lavoratori, i pensionati non riescono ad arrivare a fine mese e spesso a pagare l’affitto, come spesso ci raccontano nelle nostre sedi”. Per il sindacato tocca dunque alla politica, alle istituzioni: a tutti i livelli. E che la crisi vada affrontata con nuove scelte politiche è anche la linea della Cna provinciale. Le imprese sono in affanno ma vogliono scommettere sul futuro. Per il segretario Francesco Cicala è necessario cambiare rotta. Le aziende ci sono e vogliono fare la loro parte.
Ma cosa chiedono per dare il loro contributo alla ripresa?
“Nell’era del digitale e dell’innovazione, mentre le aziende si stanno adeguando, al contrario, tutti gli apparati regionali sono vittime della burocrazia regionale e di un governo incapace di produrre le riforme istituzionali necessarie per mettere gli operatori economici in condizioni di fare impresa, produrre lavoro e Pil. Musumeci ed i suoi Assessori sono consapevoli del fatto che a distanza di 25 mesi dall’inizio della pandemia diversi bandi sono stati aperti da poco? Ciò che ci preoccupa maggiormente sono i lunghi tempi di definizione delle pratiche. Chissà quando, ad esempio, le imprese percepiranno i necessari ristori. Infatti, alcune realtà imprenditoriali aspettano da oltre un anno l’erogazione di progetti d’investimento. A causa delle lungaggini burocratiche tante di queste aziende sono già fallite ed il ristoro risulterà inutile”.
A proposito di ripresa. I bonus per l’edilizia sono finiti fuori controllo?
“Premesso che la Cna, con lungimiranza, è stata fautrice, poco meno di un decennio fa di quello che è l’attuale Superbonus, oggi, con una normativa in continua evoluzione, con gli intermediari finanziari che hanno, di fatto, bloccato l’acquisto dei crediti maturati nei cassetti fiscali delle imprese edili, d’impiantisti e serramentisti, la situazione è assai complicata. Sui bonus edilizi in fase di piena pandemia si è investito molto, con tante aspettative sia da parte degli imprenditori – che dopo anni di crisi hanno visto una prospettiva di ripresa del settore -, sia da parte dei committenti che hanno intravisto l’opportunità di una riqualificazione energetica con un basso esborso economico. Ma ad opere compiute, a causa di superficialità di enti come la Cassa Depositi e Prestiti e Poste Italiane e di professionisti delle truffa, il Governo è stato costretto a rivedere la normativa, arrecando gravissimi danni ad un settore che ha acquisito e pianificato lavori per anni, provvedendo al pagamento di retribuzioni, oneri contributivi, fornitori ed altro ancora. Molte delle aziende che hanno portato a compimento i lavori, a causa dei furbetti, stanno pagando un prezzo altissimo per responsabilità altrui. Oggi, in Italia, rischiano il fallimento 33.000 imprese artigiane della filiera delle costruzioni e si possono perdere 150.000 posti di lavoro. Come Cna stiamo sollecitando il Governo a trovare una soluzione per disinnescare una bomba economica e sociale. L’unico strumento a disposizione di edili e committenti per non incorrere nelle questioni in discussione è sviluppato dal partenariato tra Cna ed Eni che supera la vertenza della cessione del credito”.
La Fillea Cgil parla apertamente di caos. Per il segretario provinciale Enzo Palmeri “il blocco del Governo della cessione dei crediti sta mettendo in gravi difficoltà il mondo delle imprese, i lavoratori e i cittadini che hanno fatto richiesta di interventi edili”.
Criticità che vanno superate e che non possono comunque fermare il progetto di rilancio del territorio. Sicindustria Trapani, con il suo presidente Vito Pellegrino, ha rilanciato la proposta d’istituire una cabina di regia per definire una strategia di sviluppo per il territorio trapanese. Cicala è pronto a dire la sua.
La Cna avrà un posto in prima fila?
“Negli ultimi 2 anni Cna, in Italia, ha fatto la differenza tra le associazioni datoriali creando una rete tra le istituzioni e le imprese. L’ha fatto con una formula semplicissima. Abbiamo ascoltato le richieste dei nostri associati e rappresentandole nelle sedi opportune ed informandoli delle scelte dei governi. Da questo esempio virtuoso, che ci ha permesso di fare un salto di qualità, mi permetto di consigliare a tutti gli stakeholders di affrontare le difficoltà con umiltà e spirito di squadra, senza protagonismi. Esistono strumenti parzialmente o totalmente inutilizzati come i Gal, le Unioni dei Comuni e di recente le Zone Economiche Speciali. Bisogna ascoltare di più le esigenze del tessuto economico e fare sistema per una crescita globale di tutta la provincia non pensando esclusivamente al proprio orticello”.
Pnrr è stata la parola simbolo degli ultimi mesi. Ma da qualche tempo sembra in sordina. C’è qualcosa che non va?
“Di Pnrr si è parlato tanto e ci sono grandi aspettative anche da parte degli imprenditori. Ma da un lato non tutte le risorse sono ancora a disposizione del Governo e dall’altro si stanno definendo i bandi. Altissimo è però il rischio, come sempre in Sicilia, di perdere le risorse per i bandi già scaduti o in scadenza, in quanto, tranne pochi Comuni virtuosi della nostra provincia, nella maggior parte dei casi si registra una mancanza di programmazione e di progettazione. Tanti amministratori, proiettati verso le elezioni regionali, non comprendono che si sta perdendo un’occasione storica per potenziare gli uffici tecnici e per dotare i Comuni di risorse umane che possano elaborare progetti utili a partecipare ai bandi”.
Vito Manca
Qds.it